Iniziamo con questo articolo una serie di esempi di come le aziende si stanno muovendo alla ricerca di modelli di business che siano più sostenibili sul profilo ambientale ed economico.
Uno dei cardini dell’economia circolare è legata al tema dello “spossesso” dei beni da parte dei clienti trasformando il proprio prodotto in un servizio, come avviene con i servizi di car sharing, o con i servizi cloud delle società informatiche.
È ovvio che questo tipo di evoluzione non è alla portata di tutti i tipi di azienda, ma a un livello appena inferiore c’è per molti la possibilità di ripensare al proprio prodotto considerando di poterne tornarne in possesso a fine vita.
Nel campo della moda, H&M ha lanciato ad esempio nel 2013 una campagna, che dura tutt’ora, per il ritiro dei vestiti usati.
Chiunque porti un sacchetto di vestiti usati o di materiale tessile per la casa in un negozio H&M riceve un buono di 5 euro, da spendere in uno dei loro negozi per un acquisto superiore ai 40 Euro. E non c’è bisogno che i vestiti siano stati acquistati da loro, accettano qualsiasi tipo di indumento di qualunque marca e in qualsiasi stato di usura.
In questo modo l’azienda si assicura che il cliente sia incentivato a tornare e a comprare da loro gli indumenti nuovi, e entra in possesso di una grossa quantità di materiale usato e di scarto.
al momento questo materiale viene inviato a un centro dove viene selezionato e indirizzato in base alla qualità a diversi canali: il mercato dei vestiti usati, la produzione di materiali assorbenti o isolanti, e la produzione di energia per quello che non è diversamente recuperabile.
L’iniziativa è oggi in corso in quasi il 100% dei negozi H&M, e nel 2013 ha permesso di recuperare e valorizzare 3000 tonnellate di rifiuti.
L’azienda inoltre riutilizza parte di questi tessuti all’interno di nuovi prodotti che contengono il 20% di fibre provenienti da raccolta di vestiti usati.
Probabilmente il sistema è già fruttuoso così com’è, anche se le tecniche di riciclo attuali non permettono di andare oltre il 20% di fibre recuperate, ma quanto vantaggio avrà H&M sui suoi concorrenti nel momento in cui si troverà una tecnica efficiente per un riciclo chimico del cotone che porti a una nuova fibra?