Uno degli aspetti che mi appassionano dell’idea di economia circolare è che, per quanto massicci cambiamenti siano spesso alla portata di enormi multinazionali, esperimenti simpatici e forse profetici sono alla portata di qualsiasi startup con un po’ di immaginazione.
Dopo il ritiro dei vestiti usati praticato da H&M, estremizziamo un po’ il discorso e andiamo a parlare di Jeans a noleggio,
Mud Jeans è diventata famosa un paio di anni fa quando ha messo sul mercato i primi jeans a noleggio.
Il meccanismo è semplice. Puoi portarti a casa un modello Mud Jeans (in fibra riciclata e cotone organico) con un piccolo deposito e 6 Euro al mese, per la durata di un anno. Scaduto l’anno puoi restituirli e prenderne un altro paio, continuando a pagare i 5 euro al mese, oppure spedirli indietro (c’è anche una terza opzione, per chi si affeziona agli oggetti, che prevede il pagamento di ulteriori 4 mesi dopo i quali i jeans diventano finalmente di proprietà del cliente).
Funziona? al di là del clamore mediatico che questa iniziativa ha fruttato all’azienda, 1500 persone vestono attualmente i loro prodotti (loro nel senso letterale del termine). dicono di puntare a un milione, e ora propongono il noleggio anche di felpe e borse. Allo stesso prezzo. E con i jeans usati fanno anche un sacco di altre cose.
I vantaggi sono sempre gli stessi: minore dipendenza dalle materie prime e dall’andamento dei loro prezzi, risparmio sulle forniture e creazione di un legame fortissimo con il cliente. Da parte dei clienti appassionati di moda, la possibilità di avere sempre a disposizione i modelli più nuovi, e come al solito in questi casi, ci ritroviamo senza accorgerci anche grandi vantaggi ambientali. Meno rifiuti, meno risorse da dedicare alla coltivazione del cotone. Vincono veramente tutti. Bello no?